SANITÀ – Toscana al top, arrivano le prime smentite

FIRENZE – «Siamo la regione con la più alta percentuale di prestazioni migliori della media, e la più bassa percentuale di prestazioni peggiori. Siamo una sanità pubblica di qualità, ma vogliamo ancora migliorare, premiare il merito e assicurare la massima trasparenza». Parola dell’assessore alla sanità toscana Luigi Marroni che ieri ha commentato così i dati (che sarebbero) emersi dal Programma Nazionale Esiti (PNE) 2012, curato, come ogni anno, dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Peccato che non sia esattamente così.

Una prima clamorosa smentita arriva proprio dall’Agenas che stamani ha dovuto convocare in tutta fretta una conferenza stampa per spiegare meglio quanto dichiarato dall’assessore toscano. Le valutazioni degli ospedali italiani vengono fatte in base ad una serie di indicatori e, come spiega il Presidente dell’Agenas Giovanni Bissoni «non vuole essere una graduatoria. E questo non lo facciamo per non avvelenare il clima con le regioni, ma perché i dati elaborati sono difficilmente comparabili». Quindi, se i dati elaborati sono difficilmente comparabili è chiaro che la Toscana non può fare una comparazione tra la sua e le altrui sanità. E, di conseguenza, non può dire di essere il top.

Gian Luca Lazzeri - sanità
Gian Luca Lazzeri (Più Toscana)

Ma, soprattutto, come spiega il consigliere regionale di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri, «ciò che ha presentato Marroni non è il rapporto ufficiale che è stato presentato stamattina dall’Agenas, bensì una rielaborazione tutta nostrana su indicatori dei quali è del tutto sconosciuta la metodica e l’attendibilità scientifiche». In altre parole, la Regione Toscana avrebbe rielaborato solo alcuni dati che la qualificherebbero come al top. E, soprattutto, la Toscana vivrebbe di rendita visto che, sempre secondo Lazzeri, «le risultanze presentate da Marroni non rappresentano una fotografia della situazione attuale della sanità toscana, visto che si sta parlando di tutte le schede di dimissioni ospedaliere rilasciate dal sistema ospedaliero toscano dal 2005 al 2012. In sostanza, è come quell’imprenditore che ha ancora dei soldi in banca solo perché ha ben guadagnato negli anni passati. Pertanto, questi dati attestano che la Toscana era ad ottimi livelli e grazie alle eredità del passato riesce a rimanere a galla».

Ma Marroni si è dato veramente una picconata sui piedi segnando il più classico degli autogol mediatici. Ricordate l’ospedale Serristori di Figline Valdarno, il cui futuro sembra essere sempre più funesto? Secondo gli indicatori dell’Agenas sarebbe il migliore in Italia per quanto riguarda la mortalità. La domanda sorge spontanea: come si fa a depotenziare sensibilmente una tale eccellenza a livello nazionale? A questo punto, come conclude il consigliere regionale di Più Toscana, tali dati imporrebbero «l’immediato ritiro della delibera 1235 del 2012 sul punto della riorganizzazione della rete ospedaliera toscana».

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