PRATO – Finanza sequestra capannone con ditta cinese

PRATO – A poco meno di due mesi dalla tragedia di Prato, nella quale morirono nel rogo della ditta in cui lavoravano, dormivano e mangiavano sette cittadini cinesi, prosegue l’attività delle forze dell’ordine per riportare un minimo di legalità (e di dignità) nella terra di conquista chiamata Prato. La Guardia di Finanza ha ispezionato un’area industriale nella zona di Galciana e, durante il controllo, è stato sequestrato un capannone di oltre 200 metri quadri per violazioni in materia edilizia ed incolumità pubblica. All’interno operava un’azienda di confezioni gestita da imprenditori cinesi.

Nel capannone sono state rinvenute sei sovrastrutture pericolanti in cartongesso, adibite a dormitorio, e sono stati identificati otto cinesi, di cui sei senza il regolare permesso di soggiorno. Inoltre, con la collaborazione della Polizia Municipale di Prato, sono state sequestrate 28 macchine da cucire perché non usate in appositi spazi lavorativi, come prevede la legge, bensì in ambiente familiare. La Finanza, oltre a deferire il titolare cinese della ditta all’autorità giudiziaria per l’impiego di manodopera irregolare e per le violazioni di natura urbanistica, ha avviato nei suoi confronti anche accertamenti di natura fiscale.

Le Fiamme Gialle hanno effettuato pure controlli in materia di giochi e scommesse che hanno permesso di sequestrare, presso un circolo di Cantagallo, due slot che non avevano installato il previsto collegamento con la rete dei Monopoli di Stato.

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