PALLA GROSSA – Finale, polemiche e palle grosse

L’editoriale del direttore

PRATO – Come annunciato in anteprima lo scorso 8 settembre da ToscanaNews, domani la finale per il 3° e 4° posto tra Verdi di San Marco e Rossi di Santa Trinita non si disputerà per motivi da ricondurre all’ordine pubblico. Spettacolo a metà, quindi, e rimborso del biglietto per chi non vorrà assistere alla sola finalissima tra Azzurri di Santa Maria e Gialli di Santo Stefano. Chi vincerà questa sfida si aggiudicherà il Palio di Prato. Ma, in questa settimana, purtroppo, a prendere spazio sulle cronache locali sono state le polemiche. Polemiche da orchite e quindi, parafrasando il nome dell’antico gioco, da “palle grosse”. C’è da dire che a Prato e ai pratesi (e lo dico da pratese doc) non va mai bene nulla: se le cose non si fanno, non va bene perché a Prato non c’è mai niente; se invece si fanno, non va bene perché si crea disagio, o comunque si criticano. E questo anche se certi eventi hanno risvegliato la pratesità e hanno riconsegnato, seppur per due settimane, il centro di Prato ai pratesi.

La scelta di non far giocare la “finale di consolazione” non è stata voluta dagli organizzatori. Pare infatti che la Questura non abbia concesso l’ok per disputare le finali in data unica per motivazioni da ricondurre alla gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza. Gli organizzatori, però, non sarebbero riusciti a incastrare la finale per il terzo posto in un calendario già saturo di eventi. Poi il silenzio per un certo periodo, ma durante le semifinali torna a galla la possibilità di non disputare la “finalina”. Nonostante l’annuncio sulle nostre colonne, l’ufficialità giunge solo a tre giorni dalla partita, col comitato organizzatore che scrive in una nota di aver recepito «le indicazioni ricevute dalle autorità preposte […] nell’ottica […] di agevolare la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica». Da parte propria, la Questura ha fatto sapere tramite Notizie di Prato “che – si legge nell’articolo su NdP – non è stato assunto nessun provvedimento di diniego e che già da alcuni mesi – nel corso degli incontri preparatori con il Comune e il Comitato organizzatore – era stato consigliato di non mettere in programma due partite in una stessa serata, soprattutto per le finali, per evitare l’assembramento di persone che aveva creato diversi problemi lo scorso anno”.

Prato è una realtà strana. Quando gioca in casa la locale squadra di calcio, una strada nevralgica come via Firenze viene interamente chiusa nei pressi dello stadio solo per pochi romantici (circa mille persone in tutto) che, nonostante la presidenza Toccafondi, ancora dimostrano il proprio amore verso la maglia biancazzurra col fiordaliso. Addirittura, in alcuni casi si arriva anche quasi a militarizzare la zona, con buona pace dei residenti. Quando c’è la Palla Grossa in Piazza Mercatale, saltano fuori problemi di ordine pubblico e di sicurezza pubblica, tanto da vietare una partita, quando a poche centinaia di metri c’è il cosiddetto “triangolo nero” via Magnolfi-via Pier Cironi-via San Giorgio che vede risse e veri problemi di ordine pubblico, di degrado e di sicurezza con una frequenza quasi quotidiana. Poco più in là c’è la cosiddetta ChinaTown, dove il rispetto della legge italiana stenta ancora a decollare. E con questo non dico che le forze dell’ordine non facciano il proprio lavoro, ma dico (ed è un libero pensiero personale) che forse i problemi di ordine pubblico e di sicurezza sono da cercare da altre parti e non nell’Arena di Piazza Mercatale.

Il paradosso, poi, è che si vieta di disputare due partite, una dietro l’altra, da tutto esaurito il 14 settembre, quando il 7 settembre si sono disputate lo stesso due partite, una dietro l’altra, da tutto esaurito. Stessa situazione, stesso numero di partite, stesso numero di presenti, ma, come si dice in gergo sportivo, sono stati usati “due pesi e due misure”. E, a parte le scaramucce in campo tra Rossi e Gialli, non mi sembra che Piazza Mercatale abbia vissuto grossi problemi di ordine pubblico. Beh, a questo punto lancio una proposta. Chiediamo a chi di dovere di cambiare il nome della città da Prato a “Otarp”. Perché è chiaro che in riva al Bisenzio vada tutto al rovescio.

Naturalmente, ToscanaNews è uno spazio aperto a tutte le opinioni. Se qualcuno (Comune, organizzazione, associazione Palla Grossa Prato, Questura etc…) volesse rispondere, replicare, controbattere o aggiungere qualcosa, può benissimo farlo inviando una mail a redazione@toscananews.net che sarà pubblicata interamente sul nostro giornale.

Intanto, nell’intervista di Nicola Giannattasio per Radio Insieme (che potete ascoltare QUI), il presidente dell’associazione Palla Grossa Prato, Lorenzo Patriarchi, fa chiarezza su tutto ciò che è successo in questi giorni.

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