Giornata Fai d’autunno a Grosseto: riflettori puntati sul patrimonio storico e artistico del Cimitero della Misericordia

Il cimitero storico cittadino può essere considerato una sorta di museo all’aperto, dove la comunità custodisce e tramanda tracce importanti del proprio passato.

Partendo da questa consapevolezza, la delegazione provinciale del Fai, quest’anno dedica la Giornata Fai d’autunno, in programma domenica 13 ottobre, a Grosseto, alla scoperta del patrimonio storico e artistico custodito nel Cimitero monumentale della Misericordia di Grosseto. Le Giornate Fai d’autunno si svolgono in contemporanea in 260 città d’Italia.

L’iniziativa di Grosseto è promossa dalla delegazione provinciale del Fai, con il patrocinio di Comune e della Provincia e la preziosa collaborazione della venerabile arciconfraternita Misericordia di Grosseto, la Fondazione Luciano Bianciardi e la pro loco cittadina.

I cancelli del cimitero per la Giornata Fai d’autunno apriranno la mattina del 13 ottobre, dalle ore 10 alle 13 e il pomeriggio dalle ore 14 e 30 alle 18. Esperti ciceroni accoglieranno sul posto i visitatori per mostrare elementi artistici e architettonici sconosciuti ai più, raccontare la storia del cimitero, che si intreccia con la storia della città e mostrare le tombe di alcuni personaggi illustri della Maremma, come lo scrittore Luciano Bianciardi e lo scultore Tolomeo Faccendi.

Partecipare alla Giornata Fai d’Autunno è semplice: basta recarsi al banchetto del Fai che sarà allestito all’ingresso del cimitero della Misericordia e lasciare un contributo volontario per la visita. Durante la Giornata Fai d’autunno (e fino al 20 ottobre) le nuove iscrizioni al Fai costeranno 10 euro in meno: 29 euro l’iscrizione singola; 50 euro per la coppia; 56 euro per la famiglia e 10 euro per diventare Amico Fai.

Il Cimitero della Misericordia. Cenni storici.

Il cimitero come luogo di riposo in epoca moderna nasce con l’editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone Bonaparte nel 1804 e successivamente esteso all’Italia nel 1806, che stabiliva che le sepolture venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati per motivi igienico-sanitari. A Palermo, fu edificato il primo cimitero pubblico moderno. Ma a Grosseto già dal 1766 esisteva un cimitero, detto “leopoldino” (voluto dal granduca Pietro Leopoldo), progettato da Leonardo Ximenes fuori Porta Nuova, lungo la via Massetana (l’attuale via Roma). Furono le condizioni di abbandono ed incuria a favorire la costruzione del nuovo cimitero in posizione, ancor più decentrata, lungo la stessa via. La posa della prima pietra avvenne il 4 Dicembre 1854, anno in cui la Misericordia fu elevata ad Arciconfraternita dal Vescovo Giandomenico Mensini ed in cui vennero portati a termine i lavori di edificazione della chiesa dedicata a San Giovanni Battista Decollato. Il terreno per la costruzione del nuovo Camposanto venne donato dal Priore Benedetto Pierini e lo stesso Granduca Leopoldo II contribuì finanziariamente con l’acquisto del materiale laterizio. Il progetto attribuito ad Enrico Ciampoli, ha previsto la suddivisione dell’area sterrata in quattro settori con al centro un obelisco in mattoncini edificato in memoria dei benefattori. Tutt’intorno sono stati realizzati i loggiati sotto i quali si possono ammirare le sepolture dei cittadini più illustri, testimoniate da lapidi e monumenti funebri di grande pregio artistico, alcuni dei quali opera di autori famosi; mentre nell’area antistante l’ingresso alle sepolture, si ergono varie file di cappelle private. Nel 1857 fu emanato il Regolamento organico e nel 1873 venne collocata nel cimitero la prima opera scultoria: un medaglione di marmo raffigurante la signora Isolina Ademollo, scolpito da Giuseppe Domenico Felli (non è rimasta traccia). Così, come descritto nel Regolamento che si poneva l’obbiettivo di accogliere al suo interno le Cappelle dei principali possidenti della città e delle famiglie benestanti, con l’andare del tempo, il Misericordia, è diventato il cimitero monumentale di Grosseto, dove sono presenti numerosi famedi, tempietti riservati alla sepoltura di personaggi illustri della città (lo scrittore Luciano Bianciardi, il garibaldino Bernardino Cecchini, lo scultore Tolomeo Faccendi, il politico Benedetto Ponticelli, l’architetto Lorenzo Porciatti, gli ingegneri Ernesto Ganelli e Umberto Tombari) e cappelle gentilizie realizzate da importanti artisti, come gli scultori Tito Sarrocchi, i fratelli Vincenzo e Ferruccio Pasquali, Fulvio Corsini, Tolomei Faccendi, Ivo Pacini, Belisario Baggiani, per le famiglie Ponticelli, Fanelli, Millanta, Porciatti, Cecchini, Tosini-Tognetti, Passerini, Ulmi, Del Fa, Pizzetti, Sellari, Corrieri, Francini, Nebbiai, Pantani, Cosimini. In considerazione dell’antichità del complesso cimiteriale e conseguentemente delle problematiche strutturali emerse nel corso del tempo, negli ultimi anni sono stati  eseguiti importanti lavori di messa in sicurezza, consolidamento e restauro tesi a salvaguardare l’impianto originario ed a garantire la corretta conservazione del suo prezioso patrimonio architettonico ed artistico

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