FIRENZE – Delitto di Santo Spirito, Ashley. Nuovi dubbi

Il mistero della giovane ragazza americana uccisa nel centro di Firenze si tinge nuovamente di giallo. Dubbi sulle modalità e sulle tempistiche della morte. Caso tutto fuorché chiuso.

Le indagini sull’omicidio della giovane sono sempre più complesse; ne è un esempio come sia stata rotta una sedia presente al centro dell’appartamento. Su come la sedia sia andata in vari pezzi ci sono ben quattro versioni diversi, tre delle quali in contrasto tra di loro. Il fidanzato Federico Fiorentini, la proprietaria dell’appartamento ed il figlio della proprietaria dell’appartamento danno agli inquirenti tre quadri decisamente diversi tra di loro.

Stando al fidanzato la sedia è stata rotta in uno scatto d’ira dopo essersi accorto che Ashley era morta; le parole della proprietaria invece raccontano che il giovane l’abbia colpita con un calcio appena entrato in casa e prima di vedere il cadavere della ragazza. Infine il figlio della proprietaria che racconta come Fiorentini abbia sbattuto violentemente la sedia a terra dopo aver visto gli escrementi del cane e sempre prima di accorgersi della morte di Ashley.

La quarta versione è arrivata assieme alla perizia medico-legale, redatta dai consulenti della procura Marco Palandri e Martina Focardi, spunta un’ulteriore versione della rottura della sedia. E’ quella che riferisce il medico del 118.

«Nell’entrare – si legge nel suo verbale di sommarie informazioni – notavo che l’appartamento era a soqquadro, ed in particolare che c’era una sedia rotta per terra. Era una sedia di legno pieghevole ed era completamente a pezzi. Il fidanzato riferiva di averla rotta trasportando giù il corpo della fidanzata».

L’unica certezza è che la sedia è stata rotta dal fidanzato della ragazza americana ma come e quando non è per niente chiaro. Altro punto nuovamente in dubbio è come sia stata uccisa la giovane. Stando alle prime analisi del medico che ha fatto i rilievi sul luogo del delitto la morte era da additarsi ad uno strozzamento mediante un cavo o un laccio; questa versione viene ora smentita dai referti dei medici legali che indicano uno strangolamento a mani nude: «frattura dell’osso ioide e della cartilagine tiroidea compatibile con un effetto compressivo di tipo manuale applicato in regione cervicale».

Altro aspetto nuovo nel quadro delle indagini è il tempo che, stando agli ultimi referti medici, è passato tra i tramuti alla testa e l’asfissia di oltre due ore. Le indagini proseguono ma siamo ancora ben lontani dalla completa chiarezza dell’accaduto.

 

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