Depuratore di Veneri: il sindaco di Pescia si ricorda che l’impianto è suo?

Il Consorzio del Torrente Pescia ha accolto con sorpresa e incredulità la comunicazione del sindaco di Pescia Oreste Giurlani circa i presunti cattivi odori che sarebbero stati percepiti come provenienti dall’impianto di depurazione di Veneri; comunicazione che, oltre a lamentare il fenomeno – segnalato a quanto pare dal consigliere comunale Ezio Bonini -, esorta il Consorzio gestore dell’impianto a porvi rimedio.

Al sindaco Giurlani ha risposto il presidente del Consorzio del Torrente Pescia Leonello Benedetti, a nome dell’intero Consiglio di amministrazione. Oltre ad osservare che non risultano particolari problemi di odori sgradevoli prodotti dal depuratore né eventi che potrebbero averne generati di anomali, il presidente Benedetti ha ricordato al sindaco Giurlani che la struttura del depuratore, che ormai ha circa 30 anni,  appartiene allo stesso Comune di Pescia, oltre che a quello di Villa Basilica.

Benedetti ripercorre nella lettera le vicende dell’affidamento dell’impianto al Consorzio del Torrente Pescia, avvenuto nel 1990 e scaduto nel 2000; negli ultimi 19 anni il depuratore è stato gestito dal Consorzio in regime di prorogatio e il gestore si è accollato – pur con uno status così precario – gli oneri di adeguamento dell’impianto, imposti dall’evoluzione normativa, e anche ben oltre gli interventi d’obbligo, così da assicurare al depuratore le migliori prestazioni possibili. “E ciò senza che i comuni interessati, tecnicamente proprietari dello stesso impianto (…), abbiano mai partecipato in alcun modo ai costi, come invece dovrebbe avvenire in una corretta ripartizione degli oneri che spettano in ragione dei ruoli effettivamente rivestiti,” – dice la lettera – “e nonostante il fatto che – ci sia permesso ricordarlo anche a noi stessi – il Comune di Pescia dal 1999 ad oggi (20 anni) abbia incassato (…) corrispettivi pari a circa € 5.712.886,00.” 

Non esistono motivi giuridici che abbiano impedito l’affidamento definitivo dell’impianto di Veneri al Consorzio del Torrente Pescia, come richiesto da anni da quest’ultimo per normalizzare la situazione obiettivamente anomala di una prorogatio ormai quasi ventennale. Tale atto però non è mai stato compiuto, creando non pochi disagi ai consorziati – imprese del territorio per lo più del settore cartario allacciate all’impianto, che occupano, direttamente e indirettamente, verosimilmente oltre 1000 lavoratori – costretti a farsi carico di costi per un impianto rispetto al quale non hanno niente di più solido di un affidamento in prorogatio.

L’ammodernamento radicale dell’impianto, che consentirebbe di migliorarne ulteriormente, sotto tutti i profili, le performance ambientali e che il consorzio desidera da anni poter effettuare, richiede investimenti così ingenti da essere impensabili per un gestore in una posizione giuridicamente debole quale è quella attualmente tenuta (non per sua scelta e responsabilità) dal Consorzio: “considerato che, fintanto che è assoggettato a una gestione in regime di prorogatio, questo Consorzio non può, sotto vari profili, dare avvio a opere di tale portata, è evidente che, ove ritenuto, tali oneri e adempimenti non potranno che assumerli i proprietari dell’impianto.”  Ma la lettera va anche oltre, ricordando al sindaco Giurlani che la vera urgenza per la tutela della salute e dell’ambiente riguarda l’area adiacente al depuratore con i relativi manufatti, estranea alla concessione al Consorzio e quindi fuori dalle sue possibilità di intervento. Su quest’area viene richiesto un pronto intervento.

In sostanza al sindaco Giurlani viene ricordato che ad oggi sarebbe la sua stessa amministrazione a doversi accollare gran parte degli eventuali investimenti necessari a migliorare ulteriormente le prestazioni del depuratore di Veneri. O, in alternativa, è necessario che, perché il gestore possa procedere ad effettuare interventi rilevanti di qualsiasi natura, venga sanata l’anomalia di una prorogatio non più sostenibile.  

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