Casa, gli esperti di urbanistica: “In Italia 500 milioni l’anno per conservare patrimonio edilizia popolare”

Stanghellini (Urbanpromo): “Chiediamo al Governo un nuovo Piano pluriennale: occorre riqualificare gli alloggi pubblici e costruirne di nuovi” 

“In Italia servono almeno 500 milioni l’anno per conservare in buone condizioni il patrimonio edilizio residenziale pubblico esistente. Noi chiediamo al Governo di predisporre un nuovo Piano pluriennale non solo per conservare, ma anche per incrementare l’edilizia pubblica e sociale”.

A dirlo è Stefano Stanghellini, presidente onorario dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) e membro del Comitato scientifico di Urbanpromo, puntando i riflettori su un fenomeno che definisce “rilevante e urgente”. Un patrimonio che, in Italia, rappresenta appena il 4% del sistema abitativo, e che assume particolare importanza alla luce del caro affitti.

Temi e proposte che verranno presentati ufficialmente all’Innovation Center di Firenze, dal 7 al 10 novembre prossimo in occasione di Urbanpromo, la rassegna organizzata da Inu e Urbit sui grandi argomenti dell’urbanistica contemporanea, con premiazione finale a Palazzo Vecchio.

“Oggi – prosegue Stanghellini – in tutto il Paese l’invecchiamento degli edifici pubblici è in progressiva e preoccupante ascesa. Molti edifici appartengono a programmi di edilizia che risalgono agli anni ’60 e ’70  e necessitano di interventi di manutenzione e miglioramento. È una questione che nel tempo è stata demandata dallo Stato alle Regioni, che però non hanno le risorse economiche per fare fronte a questa emergenza”.

Un contesto, questo, che favorisce il propagarsi di forme di degrado diffuso: “Dal degrado edilizio a quello urbanistico, sociale, morale e culturale. Tutte forme di scadimento dell’abitare nei quartieri popolari che sono collegate tra loro. Non è una situazione – precisa Stanghellini – che si risolve svendendo il patrimonio pubblico, ma mantenendo la consistenza attuale mediante i giusti interventi e nel contempo recuperando nuovi spazi. In questo senso, parte della nostra proposta riguarderà anche la realizzazione di quote di alloggi pubblici e sociali in occasione del recupero alla città degli immobili del settore pubblico in stato di abbandono, come le caserme o gli scali ferroviari dismessi, da fornire a canone calmierato a chi necessita di un alloggio ma non è in grado di pagare un affitto di mercato”.

 

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