Basta criminalità ad Arezzo: Acli si impegna per la sicurezza e per l’educazione alla legalità

La recente escalation di violenza e reati nel territorio aretino porta l’Acli a promuovere nuove politiche sociali e l’educazione civica dei giovani per riportare sicurezza e qualità di vita ad Arezzo.

Fenomeni fino a pochi anni fa del tutto marginali ad Arezzo, come la droga, i furti, le rapine, il vandalismo, la violenza stanno tristemente prendendo piede nella città della Chimera. Così le Acli, consce della gravità della situazione e dell’importanza della sicurezza e della legalità come condizioni imprescindibili nella per il benessere dei cittadini, lanciano quindi un appello a tutte le istituzioni, civili e religiose, a considerare prioritari questi aspetti.

Così il presidente provinciale Stefano Mannelli, rivolgendosi alle forze politiche che faranno parte della futura amministrazione comunale, al Questore, al Prefetto, ma anche alle autorità religiose, lancia un appello per promuovere politiche sociali ed azioni per contrastare il fenomeno criminale a partire dall’educazione dei giovani: «Si rende necessario un intervento compatto e sinergico per tornare ad incidere efficacemente su temi importanti come la sensibilità all’educazione civica, il rispetto verso il prossimo e la tutela del patrimonio pubblico. L’istituzione di tavoli programmatici e il confronto sono gli strumenti per sensibilizzare la cittadinanza e per educare i giovani all’esercizio della legalità come strumento e risorsa per guardare al futuro. Occorrono progetti ed azioni rivolti alle nuove generazioni. In questo senso, l’impegno delle Acli e di tante altre associazioni è orientato proprio al desiderio di concorrere alla costruzione di una società fondata nel rispetto della democrazia, delle sue norme e delle sue leggi, per il raggiungimento di quel bene comune di cui la legalità e la sicurezza sono parti integranti e fondamentali».

Ma le Acli non si fermano a un appello generico, bensì propongono misure concrete per volto fermare l’incremento della criminalità sul territorio e, se possibile, a invertire il trend. Si legge così in una nota stampa diffusa sabato: “il ricorso ai mezzi di videosorveglianza, una maggiore e più capillare presenza di forze dell’ordine sui territori, un’attenzione al ripristino e al potenziamento dell’illuminazione pubblica, la cura e l’assetto degli spazi comuni: queste soluzioni concrete possono rappresentare un primo e significativo deterrente al problema, ma devono essere affiancate da una più incisiva opera educativa.”

Opera educativa che deve partire dall’educazione civica e alla legalità a partire dai giovani, come si evince dalla nota: “ è necessario istituire nella cittadinanza una rinnovata sensibilità ai temi sociali, con una più forte attenzione all’integrazione, al soddisfacimento dei servizi essenziali per le persone e alla tutela della dignità di ogni individuo. Tutto questo deve essere garantito dal rispetto di quel sistema di regole democratiche e di quelle leggi che dal dopoguerra ad oggi hanno contraddistinto lo sviluppo e la crescita della società, il rilancio del comparto produttivo ed economico del territorio e il conseguente accesso al lavoro da parte dei giovani”.

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