AGRICOLTURA – Una normativa ‘sostenibile’ sui laghetti collinari

Per Confagricoltura la richiesta alla Regione Toscana viene prima di qualsiasi contributo economico.

Sostenibilità è la parola dordine per far fronte alle sempre più frequenti annate anomale garantendo ai giovani agricoltori una normativa che agevoli i piccoli invasi. Lappello di Confagricoltura alla Regione Toscana.

La Regione Toscana è l’organo competente per stabilire e rivedere le regole per i laghetti e la normativa per i piccoli invasi è sempre più necessaria ai giovani agricoltori per fronteggiare le annate sfavorevoli. Attualmente i giovani agricoltori lamentano che il regolamento non agevola chi si trova a gestire gli invasi, non incentiva nuove realizzazioni e nemmeno il ripristino di quelli esistenti.

Le nuove norme, fissate nel Regolamento 18/R2010 che attua la legge n. 64/09 modificata nel 2016 (che definisce il passaggio di competenze tra Provincia e Regione), attuano però solo alcune “semplificazioni”. Infatti sono regolamentati solo gli invasi di capienza non superiore ai 20 mila metri cubi, disposti ad una determinata distanza da case, strade e infrastrutture e che potrebbero essere utili in caso di incendi. Per quanto riguarda le deroghe, queste verranno concesse in seguito ad una valutazione del singolo caso: “per questi invasi nel Regolamento viene citato vagamente che sarà ridotto di un quarto il carico in procedimenti amministrativi”, spiega Anga Confagricoltura Toscana. Infine la normativa prevede una classificazione dello stato di rischio degli impianti esistenti, da regolarizzare o autorizzare in sanatoria, chiedendo l’invio una documentazione per metterli in sicurezza o realizzarne di nuovi.

Questo l’appello rivolto alla Regione nelle parole di Clemente Pellegrini di Anga Confagricoltura Toscana

“Bisogna ben chiarire che l’acqua è una risorsa solo se ben gestita. Altrimenti diventa una minaccia, per la sua scarsità o per la sua abbondanza – dichiara Pellegrini – Serve una normativa più sostenibile per gli agricoltori. È inutile finanziare nuove olivete o altro se non si rende sostenibile la realizzazione di piccoli invasi cui attingere acqua durante la stagione estiva”.

In questo contesto occorre dunque considerare la valenza ambientale dei laghetti che, nonostante intercettino le acque superficiali, sono spesso considerati come un’opera di sfruttamento.

 “Le piogge nella nostra regione, anche se molto più abbondanti di altre zone (in un anno piovono circa 1000 litri a metroquadro) sono concentrate soprattutto nel periodo autunnale – spiega Pellegrini– Realizzare, quindi, invasi per raccogliere le piogge autunnali è fondamentale: l’irrigazione di soccorso consente di coltivare, di mantenere la flora autoctona, di preservare il lavoro, di ridurre le necessità di concimazioni e di interventi. Inoltre aumenta, soprattutto nei terreni argillosi di molte colline toscane, la conservazione delle strutture dei terreni, riducendone l’erosione”.

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