Stati Uniti : l’Amministrazione chiude i battenti dopo paralisi del Congresso

A Washington ciò che si sta verificando dallo scorso 1 ottobre ha un nome ben preciso : Government Shutdown . Si tratta di quella particolare condizione in cui il Congresso non si accorda per lo stanziamento di fondi per l’amministrazione. E quanto non c’è chiarezza sui fondi, in America, si chiude. Dallo scorso mercoledì gli effetti dello shutdown si sono pesantemente fatti sentire: chiusi monumenti, soppressa la Commissione per la Sicurezza dei Prodotti Commerciali, il Servizio Forestale, gran parte del Dipartimento per l’Agricoltura; il Dipartimento per il Commercio dovrà salutare 40.234 dei suoi 46.420 dipendenti, così come il Dipartimento dell’Educazione , che congederà 3.983 impiegati o il Dipartimento per l’Energia , con una riduzione del personale da 13.814 a 3.230 lavoratori.

Esodo enorme anche quello del Dipartimento per la Sicurezza Interna, che vedrà saltare circa il 14% dei suoi 231.000 posti di lavoro o quello del Dipartimento del Lavoro che – piuttosto paradossalmente – manderà a casa 13.350 impiegati su un totale di 16.304. Perdite ancora per il Dipartimento di Stato, quello dei Trasporti e del Tesoro. Persino le agenzie di Intelligence – famigerate in tutto il mondo – dovranno rinunciare a circa il 70% dei propri lavoratori civili; la stessa CIA congederà circa 12.500 impiegati. L’Ente Spaziale Americano, la NASA, ha congedato il 98% dei suoi dipendenti, lasciando appena 600 persone ad occuparsi delle importanti missioni attualmente in corso, come le sonde Curiosity e Rover che camminano sulla superficie di Marte.

In una lettera indirizzata ai lavoratori vittime dello Shutdown, il Presidente Barack Obama cerca di rassicurare il popolo americano, spiegando che “Il Governo Federale è il più grande datore di lavoro d’America, con più di 2 milioni di lavoratori civili e 1,4 milioni all’attivo come militari che servono nei 50 Stati ed in tutto il mondo. Ma il Congresso ha fallito nell’adempiere alla sua responsabilità di approvare un budget governativo prima del nuovo anno fiscale, che inizia oggi [ primo ottobre, ndr]. E questo significa che gran parte della nostra Amministrazione Pubblica deve chiudere, con effetto immediato. Voglio che sappiate che continuerò a lavorare per permettere al Congresso di riaprire il Governo e la Pubblica Amministrazione , ricominciando a fornire i servizi vitali dai quali dipende il Popolo Americano e permettere ai lavoratori allontanati di tornare a lavorare”.

Nulla di tutto questo è giusto nei vostri confronti – prosegue Obama nella sua lettera – e, dovesse continuare, renderebbe più difficile l’attrazione di quegli americani idealisti e patriottici verso i servizi pubblici che i nostri cittadini meritano e che il nostro sistema di auto governo richiede” , passaggio che sembra più rivolto al Congresso che ai licenziati e che rende bene l’idea sulla gravità della situazione. Molti Repubblicani , riporta il New York Times, plaudono e gioiscono considerando questo shutdown l’occasione migliore per rendersi conto che si può sopravvivere anche con così poca Amministrazione e risparmiando così moltissimo denaro. Ma questa visione ottimistica risulta essere piuttosto forzata, se si considerano i costi per l’economia generale stimati dall’agenzia Moody’s per uno shutdown che dovesse protrarsi per 3-4 settimane : circa 55 miliardi di dollari. Secondo Goldman Sachs il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti potrebbe subire una perdita dello 0.9 % in appena tre settimane e secondo il Los Angeles Times uno shutdown di due settimane potrebbe abbassare il tasso di crescita del PIL nel quarto trimestre del 2013 di 0.4 punti percentuali – minando un tasso di crescita già non troppo alto per gli Stati Uniti, pari circa fino a questo momento dell’anno al 2% . Gli analisti temono che la paralisi politica possa estendersi sino alla metà di ottobre, quando il Congresso ed il Presidente dovranno trovare un accordo per aumentare il tetto del debito pubblico per evitare le prospettive di default sul debito pubblico. Il Dipartimento del Tesoro aveva in fondo specificato bene già alla fine di settembre che se un accordo non dovesse raggiungersi entro il 17 ottobre gli USA inizierebbero a crollare sotto il peso del debito.

Quasi inutile considerare le ripercussioni che potrebbero esserci sull’economia globale ed anche quindi sulla fragile economia del nostro Paese se gli Stati Uniti non fossero in grado di riparare questa scomoda situazione. A rassicurarci alcuni analisti del New York Times, che sostengono l’assoluta agibilità del Presidente Obama in caso di paralisi del Congresso. Attendiamo per adesso il 17 ottobre ed ulteriori sviluppi di una paralisi quantomeno imbarazzante in un quadro economico internazionale tutto meno che stabile.

 

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