SIENA – Falorni spiega perché Impegno per Siena non è nel Baricentro Civico

Una precisazione per cominciare. Niente di personale nei confronti di Eugenio Neri, che stimo, però sento la necessità di dare alcuni chiarimenti. La coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Eugenio Neri è nata in consiglio comunale nel periodo aprile-giugno 2012 e portò alla caduta del sindaco Ceccuzzi sul voto negativo ad un bilancio che non aveva copertura, e che quindi non era approvabile. Nei mesi successivi cominciò la costruzione di questa coalizione, che si chiamò Baricentro Civico, e che risultò composta da Ora Siena, Nero su Bianco, Moderati di centro destra, MCS, Siena 2030 e IMPEGNO PER SIENA, quest’ultima, unica LISTA CIVICA VERA, che fondai nel 2006, insieme ad altri amici, e che ha sempre avuto come scopo l’agire nell’interesse della città.

Andando avanti nel percorso intrapreso, nella compagine Ora Siena, è emerso il ruolo, sempre più importante, di persone legate al decennio di amministrazione Cenni, amministrazione che ha commesso molti errori, per non dire disastri, contribuendo a lasciare tutte le istituzioni cittadine con voragini di debiti nei loro bilanci.

Moderati di centro destra ha accettato di continuare a stare nella coalizione, riformando l’asse, già sperimentato nel periodo 2001-2011, Cenni (nel decennio sostenuto da Ceccuzzi) – Monaci – Marignani – Verdini. Non posso negare che cominciai a pensare di lasciare la coalizione che anch’io avevo contribuito a far nascere in quel consiglio comunale che durò in carica solo un anno. Molti miei sostenitori e amici cominciarono a dirmi: “Ma cosa ci fai in quell’ammucchiata? Tu che hai combattuto per dieci anni contro le scelte scellerate che sono state fatte, scelte che hanno messo in ginocchio la città, ora ci vai insieme”? Mi resi conto che quel percorso non faceva parte della mia storia e che, se fossi rimasto in quella coalizione, non avrei avuto la libertà di rivendicare la linea che ho sempre tenuto negli anni in cui sono stato consigliere comunale, linea che, insieme agli altri colleghi delle Liste Civiche Senesi, ho sostenuto opponendomi alle scelte che hanno distrutto l’economia della città e mangiato il futuro dei nostri figli e forse anche dei nostri nipoti. Scelte che portano i nomi di Antonveneta, Ampugnano, piano strutturale, bilanci comunali (censurati dal 2004 dalla Corte dei Conti) eccetera.

Per questo ho deciso di staccarmi da questa coalizione e di riappropriarmi della mia libertà, di poter dire ciò che penso senza condizionamenti, senza i lacci di chi ha condiviso per anni scelte dissennate e che oggi, visti i risultati, vorrebbe mascherarsi dietro liste civiche farlocche per cercare di nuovo l’assalto al Palazzo.

La città è piena di debiti, le inchieste della magistratura hanno al centro, proprio i problemi che io stesso, con i colleghi delle Liste Civiche Senesi, sollevavo durante questi anni di opposizione. Dall’inizio del 2008, dopo pochi mesi dall’acquisto di Antonveneta, chiedevamo chiarimenti al sindaco Cenni in consiglio comunale sul perché non era stata fatta la due diligence prima dell’acquisto, chiedevamo che fosse reso pubblico il contratto con cui era stata comprata Antonveneta, chiedevamo quanto questa banca fosse effettivamente costata, e questi sono tutti temi attualmente oggetto di inchieste giudiziarie la cui fama ha varcato i confini di Siena, della Toscana e dell’Italia. Eravamo soli a chiedere lumi su questi argomenti scottanti per la città e che ne avrebbero segnato in negativo il suo destino futuro, eravamo isolati (fuori dal consiglio comunale, in tal senso di esprimeva solo la Lega) a manifestare preoccupazione per il futuro della Fondazione, che non avrebbe più avuto le risorse dalla Banca e di conseguenza non avrebbe potuto più dare il suo contributo al bilancio del Comune. Cosa che, puntualmente, purtroppo, si è avverata in pieno. Non serviva la palla di vetro per prevederla.

Restando in quella coalizione, mi trovavo a legittimare un operato NON COERENTE con il mio modo di fare politica. Mi trovavo a legittimare i fuorusciti del PD, che avevano dato l’assenso al disastro della città, consumato con la casacca del PD stesso. Mi trovavo a legittimare quell’ “opposizione light” del PDL che tanto aveva fatto comodo al PD dal 2001 al 2011. Gli uni e gli altri, fuorusciti del PD e PDL, in verità, avevano dato segni di ravvedimento, tenendo una posizione ferma e dignitosa durante le difficili settimane della cacciata di Ceccuzzi. Quindi non rinnego certo il percorso fatto insieme a quelle forze politiche nel 2012, che contribuì in modo determinante a far dimettere l’ex sindaco Ceccuzzi, il quale pretendeva il voto favorevole ad un bilancio non coperto. E’ stato un momento di grande unità e dignità, molto difficile anche sul piano personale oltre che politico, da parte dei consiglieri che responsabilmente si opposero ad una richiesta assurda. E se diventassi sindaco, per prima cosa vorrei una certificazione esatta del bilancio comunale, e da lì ripartire per programmare il futuro. Successivamente a quel momento, però, nessun cenno di autocritica, dai fuorusciti PD e dal PDL per l’atteggiamento tenuto nel decennio precedente, e soprattutto il riformarsi dell’asse Cenni – PDL. No, così non va.

Tornando al bilancio comunale, vorrei sapere in modo esatto, fino all’ultimo centesimo e visionando tutta la documentazione di spesa, che fine hanno fatto i 287 milioni di euro che la Fondazione MPS ha erogato al Comune dal 2001 al 2011, valutando anche una eventuale azione di responsabilità a fine risarcitorio, ove ne ricorrano i presupposti. Questo perché i cittadini senesi hanno il diritto di sapere la verità fino in fondo. Ricordiamoci che da questa città, nel complesso dei vari enti, mancano parecchi miliardi di euro. Facciamo solo un esempio. Riporta il Corriere della Sera del 17 aprile 2013 a pagina 18: “(…) la voragine patrimoniale nelle casse MPS causata dall’acquisizione di Antonveneta che – come hanno ricostruito gli specialisti del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidati dal generale Giuseppe Bottillo – ha avuto un costo finale pari a 16 miliardi e 700 milioni, visto che ai 9 miliardi e 200 milioni serviti per l’acquisto bisogna sommare oltre 7 miliardi di oneri”. Questo per dare un’idea.

Ho l’abitudine di presentarmi per quello che sono. Dal 2006, insieme ad altri amici, porto avanti, in consiglio comunale e fuori, attraverso la lista civica vera IMPEGNO PER SIENA, proposte e temi nell’esclusivo interesse della città. Troppe volte ho avuto e abbiamo avuto ragione. Magari ne avessimo avuta un po’ meno, sarebbe stato meglio per tutti! Per questo, e per amore verso la città, incoraggiato e sospinto da tanti amici ed amiche, ho voluto dare agli elettori senesi del 26 e 27 maggio 2013 l’opportunità di trovare nella scheda elettorale una proposta che scaturisce da una storia onesta e coerente e che nel suo bagaglio porta fatti concreti che dimostrano come IMPEGNO PER SIENA abbia sempre agito nell’interesse della città, ed abbia le carte in regola per guidare la nostra amata Siena sulla strada di una difficile ma possibile ripresa.

fonte: Marco Falorni – Candidato sindaco Impegno per Siena

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