A Roma la prima nazionale di ‘Amore Amaro’

Debutta a Roma in prima nazionale Amore Amaro, l’ultima produzione della Compagnia di danza Francesca Selva, presentata in anteprima mondiale a luglio al festival “Avignon Off” tra applausi e recensioni lusinghiere. Lo spettacolo interpretato dai danzatori Micaela Viscardi e Andrea Rampazzo con le coreografie di Francesca Selva e la regia di Marcello Valassina, andrà in scena al Teatro Greco – venerdì 10 ottobre alle 21.00 – nell’ambito della rassegna “Che danza vuoi?” giunta quest’anno alla XVII edizione. 

Forte, intenso, a volte feroce, vissuto profondamente ma tormentato dalla solitudine interiore e dall’incomunicabilità. Amore Amaro racconta la paura della fine che diventa essa stessa già fine. Il cuore degli amanti protagonisti della scena si lascia sopraffare dalla routine quotidiana, dalla ripetitività della azioni spesso tipiche di un menage familiare.  E poi cade,  precipita in un silenzio assordante. Un amore che finisce per noia, tra ironie grottesche e cinismi spietati che ci lasciano un sapore amaro.

Francesca Selva è un’autrice di danza contemporanea presente sulla scena internazionale come coreografa dal 1993. Il suo personalissimo linguaggio, che affonda le radici nella ricchezza del vocabolario classico, viene declinato in chiave contemporanea rivolgendo la propria attenzione agli aspetti più quotidiani e intimi. La ricerca coreografica di Francesca Selva si muove a partire dal sé, proiettando fuori, all’esterno ciò che si agita dentro ognuno di noi. Ad ispirare Francesca Selva è la vita stessa: la lettura di un testo, la visione di un film, un incontro fortuito in metropolitana, la rottura di una tazzina che cade, la notizia della cronaca locale, da cui nascono spettacoli come “Oppio”, “Sulle Labbra tue Dolcissime”, “Le Scarpe di Anita”, “Il Volo Interrotto”, “Ferita” che rievocano e mettono in scena stati d’animo e sentimenti appena accennati e riescono a sublimare emozioni che attraverso il linguaggio del corpo arrivano a toccare l’animo dello spettatore, trasportandolo emotivamente nella forza espressiva del movimento e della fluidità della coreografia.

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