Notre Dame de Paris: il tour dei miracoli

Tutto esaurito nelle tappe fiorentine dello spettacolo ideato da Riccardo Cocciante

Oltre tre milioni e mezzo di spettatori e 1191 repliche: sembra di essere davanti a numeri di un grande artista internazionale, in carriera da oltre trent’anni. Invece no, 3 milioni di persone hanno assistito ad uno spettacolo teatrale, e questi numeri sono riferiti agli ultimi quindici anni.

Tutto questo, in tempi in cui si parla della chiusura dei teatri e della crisi del cinema, sembra un vero e proprio miracolo. Notre Dame de Paris è quello che non ti aspetti, è grande musica, grande intrattenimento e coreografie spettacolari. Un pubblico eterogeneo che va dai 15 agli 80 anni ha affollato le tappe fiorentine dello spettacolo, che ha ricevuto in questi anni grandi soddisfazioni dalla città del giglio.

Cocciante e il suo staff hanno messo in piedi un’opera sempre attuale, nonostante sia ambientata nel ‘400. Infatti i temi centrali sono l’immigrazione, l’esclusione del diverso, la religione, l’amore. All’epoca i “clandestini”, venivano da paesi vicini come la Spagna. La bella Esmeralda, che fa innamorare amici e nemici, nasce in Andalusia. La religione è quella degli uomini di chiesa che da una parte accusavano di blasfemia gli indesiderati e dall’altra si dedicavano ai vizi più dissoluti, come l’arcidiacono Frollo.

“Notre Dame de Paris ha cambiato il modo di fare un certo tipo di spettacolo –  ha dichiarato Riccardo Cocciante – il mio intento era quello di creare un’espressione popolare moderna, recuperare la nostra cultura europea e lo strumento della voce, e inserirle in un contesto moderno. Quest’opera non è una fotografia ma un’immagine in movimento che vive nel tempo e diventa ogni volta qualcosa di diverso, grazie alla forza attrattiva di una scrittura che ti porta dentro alla storia”.

Uno spettacolo sicuramente impegnato, ma che riesce a far assimilare questi temi importanti grazie alla straordinaria capacità di mettere insieme cantanti di talento e un corpo di ballo eccezionale. Sembra di vivere un’altra epoca del teatro, in cui è possibile conciliare un messaggio molto profondo a grandi incassi al botteghino. Quella in cui è possibile portare a casa un messaggio di speranza, affinché la differenza tra gli essere umani sia sempre meno marcata. Insomma, un mondo migliore a cui ha dato un piccolo contributo anche questa opera.

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