Francesco, il Papa “rottamatore” con accuse infamanti e molta pulizia da fare

Sono passate meno di 48 ore dall’incoronazione dell’italoargentino Jorge Mario Bergoglio a Vescovo di Roma. Papa Francesco, come ha scelto di chiamarsi, ha subito dato l’impressione di essere un Pontefice buono ed umile. Via la croce d’oro al collo a favore di un crocifisso di ferro; via i segni distintivi della ricchezza di Santa Romana Chiesa. Davanti ai fedeli si presenta un uomo cordiale e simpatico, che già dal nome scelto ha deciso di tagliare nettamente col passato fatto di ricchezze della Chiesa.

Gesuita e non amante dei luoghi di culto sfarzosi, Jorge Mario Bergoglio ha scelto il nome del Santo di Assisi che aveva fatto di “sorella povertà” il proprio modello di vita. Papa Francesco, che come primi umili gesti ha pagato il conto alla “Casa del clero” e non si è voluto sedere sul trono del Vaticano, ha già fatto capire di essere il Renzi dello Stato Pontificio.

Come racconta “il Fatto Quotidiano”, durante la prima omelia nella Cappella Sistina ha parlato a braccio in italiano invece di recitare il canonico testo in latino. Della serie, il mio messaggio deve raggiungere tutti ed io ho un cervello tutto mio. Proprio come San Francesco d’Assisi. Ma, soprattutto, incrociando il cardinale Bernard Law, accusato di aver coperto i preti pedofili nella diocesi di Boston, lo ha cacciato via. Il Papa avrebbe detto «non voglio che frequenti questa basilica». Si parla addirittura di una “condanna” da parte del Pontefice che avrebbe pensato di costringere Law a un ergastolo in clausura.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il Papa anziano, ma “rottamatore”, farà molta pulizia all’interno del Vaticano. Sulla sua scrivana ci sono già diversi scandali da affrontare come i dossier sull’antiriciclaggio e trasparenza finanziaria, ma anche sulla pedofilia. Ma, prima di tutto, bisogna che sia fatta piena luce anche sul passato di Bergoglio. È dovere del nuovo Pontefice chiarire una volta per tutte i suoi rapporti col regime dittatoriale di Jorge Rafael Videla. Perché Papa Francesco non è soltanto il capo dello Stato Vaticano, ma è soprattutto la guida spirituale della Chiesa cattolica. E una guida spirituale non ammette ombre.

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