FIRENZE – Stretta sui minimarket del Centro Storico

Il Sindaco Nardella da il via ad una rivoluzione per la gestione dei piccoli mini market diffusi nel Centro storico di Firenze, patrimonio Unesco trascurato da anni da parte dell’amministrazione comunale.

Questa volta i toni del Comune sono ben poco concilianti. Nardella ci va giù peso e parla di venditori di morte e definisce i minimarket con le seguenti parole: “Questi negozi sono un cancro da estirpare”. L’occasione per queste dure esternazioni è la presentazione in Consiglio Comunale del Regolamento per la tutela e decoro del patrimonio culturale del centro storico. Testo che è stato approvato e reso immediatamente esecutivo dall’assise della Sala dei Dugento. Il documento va a definire il minimarket come quei negozi che vendono esclusivamente bevande alcoliche e non (esclusi bar, ristoranti, locali ed esercizi tradizionali), invadendo il centro della città di Firenze.

Le nuove norme prevedono multe a chi non rispetta il nuovo regolamento e la chiusura, in tre mesi, per chi non si adegua agli standard minimi di qualità dell’offerta. Tre anni di tempo per adeguarsi alle modifiche strutturali. Modifiche che in prima battuta richiedono una superficie di almeno 40 metri quadrati ed un bagno. Sulla base di queste nuove norme del Comune di Firenze sarebbero circa 200 i negozi a rischio chiusura. Queste le parole del Sindaco:

«Un colpo decisivo alla rendita, al degrado e alla massificazione, a tutela della salute pubblica. Ci muoviamo in un contesto sfavorevole, la deregulation si è saldata con la moda dello sballo e con la massificazione turistica che colpisce in particolare le città d’arte. Con questo regolamento salvaguardiamo il centro storico.»

Questa azione del Comune non pare una volontà diretta dell’amministrazione fiorentina, ma bensì la risposta ad un documento Unesco che richiamato il capoluogo pena la rimozione dall’elenco dei patrimoni dell’umanità. Tale richiamo deve però scontrarsi con il ricorso al TAR che il Comune ha perso in relazione all’ordinanza con divieto di vendita di alcol da asporto era stata bocciata dal tribunale amministrativo perché considerata uno strumento non appropriato. Questa volta la Giunta pare però aver fatte le cose in regola in quanto lo strumento attuato questa volta è passato dal Consiglio Comunale e non come atto diretto del Sindaco Nardella. 

I contenuti del documento approvato disciplinano che i minimarket entro tre mesi dovranno vendere prodotti tra almeno cinque categorie merceologiche tra prodotti da forno, frutta e verdura fresche, gastronomia, latte e formaggi, carne e pesce. Si aggiunge anche il divieto di somministrazione di cibi precotti e surgelati, colpendo principalmente i venditori di kebab. Grande novità anche per gli spazi dei minimarket che dovranno avere minimo 40 metri quadrati e un bagno da aprire al pubblico, nelle ore serali e notturne.

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