Dopo l’obelisco al Foro Italico toccherà a Firenze Santa Maria Novella?

Parola al direttore.

   Gentile onorevole Laura Boldrini,
Le confesso che sono rimasto molto deluso dalle Sue esternazioni sull’obelisco al Foro Italico e sulle scritte che ivi campeggiano. Non entro nel merito di altre Sue dichiarazioni rilasciate in questi anni perché fanno parte del normale scambio democratico di idee e opinioni. Ma queste ultime le considero molto gravi. Perché per me togliere le scritte DVX e Mussolini è grave? Perché cancellare un pezzo di storia è grave e molto pericoloso. Lo facevano i nazisti, lo fanno l’Isis (o Is che dir si voglia) e i talebani. Cancellare una fetta (seppur tragica) della nostra storia non è la strada giusta da seguire, soprattutto in un Paese che si proclama democratico. Mio nonno paterno ha passato un anno e mezzo della sua vita in un campo di concentramento a Dortmund; quella che sarebbe diventata sua moglie, e quindi mia nonna, è stata una staffetta partigiana. A modo loro hanno combattuto affinché l’Italia fosse un Paese democratico non solo durante la guerra, ma soprattutto dopo, quando la democrazia e il Paese erano da ricostruire da zero e c’era il serio pericolo di passare da una dittatura nera a una rossa. E oggi, con i suoi discorsi, non vorrei che quel pericolo si ripresentasse. Quell’obelisco con quelle scritte è lì posto a perenne memoria di quanto sia bella la democrazia e di quanto sia orribile la dittatura.

Lei vuole cancellare un simbolo che ogni giorno ci ricorda quanto siamo fortunati, noi giovani, a vivere in un Paese (più o meno) libero e democratico. Vuole cancellare un simbolo che ogni giorno ci ricorda di non ricommettere gli errori dei nostri avi. Però, se lo Stato italiano deciderà di seguire la Sua strada, mi permetto di darLe alcuni consigli sulle prossime opere pubbliche da eliminare costruite in epoca fascista. Comincerei, per motivi territoriali della nostra testata, dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella che, come Lei ben saprà, è a forma di fascio littorio. Poi passerei allo stadio Artemio Franchi di Firenze e al Lungobisenzio di Prato. Poi, spingendomi più in là, Le consiglierei di buttar giù il Palazzo M di Latina. Anzi, facciamo una cosa: butti giù direttamente Latina, Sabaudia, Carbonia e tutte le città costruite in epoca fascista.

Cara Boldrini, a parte le idiozie dette da Lei e quelle contenute in questo articolo, l’unico consiglio vero che Le posso dare a questo punto è quello di dimettersi perché Lei non rappresenta a dovere il nostro Paese e soprattutto non rappresenta i cittadini. Una delle più alte cariche dello Stato non si può permettere di mettere in pericolo la democrazia affossando la storia e la memoria. Perché è sulla memoria del passato che si costruisce il futuro. Non certo eliminandola.

Cordiali saluti.
Marco Gargini
Direttore ToscanaNews

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