Cooperative sociali, una nuova legge per disciplinare i rapporti con gli enti pubblici

Una proposta di legge di iniziativa della giunta, che abroga la legge regionale n. 87 del 24 novembre 1997e stabilisce nuove regole per disciplinare i rapporti tra le cooperative sociali e gli enti pubblici che operano in ambito regionale.

Il contenuto della proposta di legge, approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta, è stato illustrato stamani nel corso di una conferenza stampa dall’assessore al diritto alla salute e al welfare Stefania Saccardi, assieme ai rappresentanti delle tre centrali cooperative: Fabio Palmieri, Federsolidarietà-Confcooperative Toscana, Marco Paolicchi, responsabile Dipartimento Area Welfare Legacoop Toscana; Federico Pericoli, AGCI-Solidarietà Toscana; era presente anche il presidente della Consulta regionale sulla cooperazione sociale Luca Rinaldi.

“La proposta di legge andrà prima in commissione, poi all’approvazione del Consiglio – ha detto l’assessore Saccardi – E’ un impegno che ci eravamo presi un po’ di tempo fa’. Una scelta forte che sta dentro l’idea di welfare che abbiamo in Regione Toscana: inclusione e non assistenzialismo. E la cooperativa sociale è il modo migliore per realizzare l’inclusione. Questa è una cornice normativa che costituisce un punto di riferimento importante, e si pone in conformità con il codice degli appalti. Il mondo della cooperazione è importante nella nostra regione, e questo è uno strumento privilegiato per l’inserimento delle persone svantaggiate. Faremo una giornata formativa, coinvolgendo anche Anci e Società della Salute, e proveremo a dare a questo testo anche le gambe per camminare”.

“Questo provvedimento era atteso da molto tempo da tutto il mondo della cooperazione sociale – è il commento di Fabio Palmieri, Federsolidarietà-Confcooperative Toscana – Da oltre 20 anni infatti si attendeva un aggiornamento della precedente legge. Possiamo affermare che grazie al lavoro dell’assessore Saccardi e del suo staff, che ringraziamo, è stato possibile gestire un percorso di riforma che non era facile avviare e che permette alla Regione Toscana di riacquistare quel ruolo di “faro” delle politiche sociali. Gli interventi previsti aiuteranno le cooperative sociali che in questi anni di forte crisi economica hanno costituito uno dei pochi se non l’unico strumento di politiche attive del lavoro, capace di dare risposte non solo ai soggetti svantaggiati, ma anche a tutte quelle categorie che rientrano nelle vecchie e nuove povertà, ai soggetti vulnerabili, alle fasce del disagio sociale più o meno conclamato”.

“Grazie alla Regione, all’assessorato e allo staff tecnico – ha dichiarato Marco Paolicchi, responsabile Dipartimento Area Welfare Legacoop Toscana – Esprimo grande soddisfazione. Dopo vent’anni è la risposta attendevamo da tempo, soprattutto in un momento storico così particolare. Una legge che rafforza il nostro ruolo nella società. In particolare mi preme sottolineare due punti importanti per la cooperazione sociale: il coinvolgimento nei percorsi di coprogettazione e coprogrammazione, che rispecchia il nostro ruolo sussidiario rispetto all’ente pubblico e il fatto che questa proposta di legge riconosce il ruolo che la cooperazione sociale di tipo B deve avere e dovrà avere in futuro. In particolare l’introduzione di un sistema di valutazione del progetto di inserimento lavorativo relativo ai soggetti svantaggiati ai fini dell’attribuzione dei punteggi nell’offerta tecnica”.

“Un grazie anche da me a tutto l’assessorato, dal vertice alla base – ha aggiunto Federico Pericoli, AGCI-Solidarietà Toscana – E’ stato un lavoro d squadra, collegiale, molto importante, un ottimo metodo da replicare. E il risultato è lo strumento normativo migliore che poteva essere richiesto. Una volta approvato, sarà importante diffonderlo e farlo conoscere, e far capire quali sono i vantaggi sul piano qualitativo”.

Infine il presidente della Consulta regionale sulla cooperazione sociale Luca Rinaldi: “All’indomani di un percorso di riforme che ha visto prima introdurre importanti modifiche al Codice degli appalti e poi interessanti novità con la Riforma del Terzo Settore e dell’Impresa sociale, accogliamo con favore questa importante proposta di legge della Regione Toscana che, per prima in Italia, cerca di cogliere le opportunità nate dalla Riforma del Terzo settore mettendo in campo delle risposte sia sul versante della cooperazione di inserimento lavorativo di persone svantaggiate (cooperative di tipo “B”) sia sul versante della cooperazione sociale finalizzata alla gestione di servizi socio-sanitari assistenziali ed educativi (cooperative di tipo “A”). Una nuova legge regionale che servirà anche a determinare buone prassi e venire incontro alle esigenze delle tante amministrazioni, soprattutto quelle piccole, che presentano difficoltà nel recepire il Codice degli appalti e la Riforma del Terzo Settore con tutte le sue innovazioni”.

La recente riforma del Terzo settore (d.lgs. n.117/2017) ha confermato il ruolo fondamentale della cooperazione sociale, ribadendone la necessità di coinvolgimento da parte delle amministrazioni fin dalla fase di programmazione, progettazione e organizzazione degli interventi e dei servizi alla persona.

Regione Toscana ha avviato un percorso di revisione della legge regionale 87/97 che disciplina i rapporti tra le cooperative sociali e gli enti pubblici che operano nell’ambito regionale, con l’obiettivo di perseguire un’idea di sviluppo economico e sociale che sottolinei la centralità della persona attraverso il consolidamento di politiche socio-lavorative centrate sull’attuazione dei diritti di cittadinanza e sulla piena integrazione e inclusione sociale dei cittadini in condizioni di svantaggio. Questo percorso ha portato all’approvazione della proposta di legge in giunta regionale il 12 marzo scorso.

La riforma della legge regionale 87/97 era attesa da tempo e sancisce l’impegno di Regione Toscana nei confronti del mondo della cooperazione sociale. In questo senso è importante ricordare che la Regione stessa ha siglato nel maggio 2017 un protocollo d’intesa con Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) e con le principali centrali cooperative, già operativo e riconosciuto come “buona pratica”, che prevede la riserva dell’8% sugli appalti di Estar, da assegnare alla cooperazione sociale di tipo B. Questo a significare che la sanità pubblica toscana si è mossa nella direzione di riconoscere un ruolo importante alla cooperazione sociale e – nel rispetto delle leggi vigenti – ha formalizzato specifici accordi e percorsi amministrativi per l’affidamento di servizi strumentali alla cooperazione sociale di tipo B.

In seguito alla stipula di questo protocollo legato alla sanità toscana, anche il Comune di Firenze e l’Università di Firenze hanno sancito protocolli analoghi (febbraio 2018) con le principali centrali cooperative, mettendo a disposizione della cooperazione sociale di tipo B una riserva nelle procedure di affidamento di vari servizi strumentali.

La nuova legge regionale fa tesoro di questi virtuosi percorsi che Regione Toscana, Estar, Comune di Firenze e Università di Firenze hanno già reso operativi e che – di fatto – divengono una sorta di basamento giuridico per la nuova legge regionale sulla cooperazione sociale.

Inoltre la riforma regionale potrà fornire un quadro giuridico/amministrativo più certo agli enti locali per legittimare le loro azioni amministrative; la nuova legge diventa così uno strumento operativo per supportare gli enti locali e fornire loro indicazioni e orientamenti volti a promuovere il valore sociale della cooperazione anche attraverso la predisposizione di specifiche linee guida volte a sostenere gli enti locali nella corretta applicazione della norma.

Queste le novità più importanti della proposta di legge regionale:

– Si recupera e valorizza quanto introdotto dal nuovo codice sul Terzo settore (articolo 55 del d.lgs. n.117/2017) a proposito di coprogrammazione e coprogettazione, favorendo il coinvolgimento delle cooperative sociali e degli altri enti del terzo settore attraverso gli strumenti della coprogrammazione, della coprogettazione e dell’accreditamento.

– Si individua una soglia nell’ambito dell’affidamento dei contratti di importo inferiore alla soglia comunitaria non inferiore al 3% e non superiore all’8% del valore complessivo annuo degli affidamenti.

– Si individua una percentuale annua non inferiore al 2% e non superiore all’8% del valore complessivo annuo degli affidamenti relativi ai servizi strumentali ad alta intensità di manodopera per l’inserimento negli atti di gara di idonea clausola sociale per la tutela dei soggetti svantaggiati, mediante specifica segnalazione nell’ambito del procedimento di programmazione.

– Si inserisce la possibilità di valutare il progetto di inserimento lavorativo relativo ai soggetti svantaggiati ai fini dell’attribuzione dei punteggi nell’offerta tecnica secondo le modalità previste dalla normativa vigente e nel rispetto del principio di proporzionalità.

– Si conferma infine il ruolo importante della Consulta regionale sulla cooperazione sociale che esprimerà pareri e formulerà proposte in materia di cooperazione sociale, seguirà i rapporti tra cooperative sociali e pubbliche amministrazioni, svolgerà un monitoraggio sull’efficacia e la qualità dei servizi.

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