AREZZO – Barone sui phone center: “avevamo ragione”

Anche i phone center di nuova costituzione possono effettuare congiuntamente l’attività di money transfer. Questa è l’interpretazione fornita dall’Autorità garante per la concorrenza che sconfessa quindi quanto previsto al riguardo dal nuovo Regolamento di polizia urbana adottato nella seduta di Consiglio Comunale del 28 marzo dell’anno scorso.

A distanza di un anno rilevo con soddisfazione la conferma della fondatezza della posizione che assumemmo in quella seduta, io, Tulli e Aurora Rossi (ed eravamo ancora in maggioranza) di netta contrarietà ad una limitazione non supportata da nessuna norma di legge, che aveva tutto il sapore di una discriminazione, non solo in termini commerciali, e di un particolare accanimento politico.

D’altra parte, già nel testo presentato in precedenza in Commissione, avevamo rilevato una “particolare” e sospetta attenzione verso i Phone Center, essendo esso stato già concepito con una serie di limitazioni appositamente pensate esclusivamente per essi; orari di apertura contingentati, in pieno clima di liberalizzazioni degli orari, obbligo di una sala d’attesa, obbligo di un numero minimo di 2 bagni, tanto per citarne alcune.

L’emendamento che presentammo durante la seduta fu bocciato purtroppo proprio per quelle motivazioni che nulla avevano a che vedere con motivi reali di ordine pubblico o di sicurezza. E per questo noi tre, solo noi, votammo contro il nuovo regolamento, che comunque passò con il voto favorevole di 18 consiglieri, 15 dei quali del PD compreso il sindaco. I 18 consiglieri che, se vogliono, a breve potranno rivedere la loro posizione, quando presenterò la proposta di deliberazione appositamente per depennare l’ingiusto divieto.

fonte: Ufficio stampa Comune di Arezzo

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