Al Jazz Supreme in Sala Vanni due mostri sacri del jazz internazionale: Rob Mazurek e Jeff Parker

Rob Mazurek and Jeff Parker Foto@Canal 180 2 RID La data da segnare in agenda stavolta è venerdì 10 novembre e vedrà in apertura il concerto dei Rudra Quartet di Siena Jazz (biglietti in prevendita boxoffice: 12 € + d.p | ridotti alla porta per soci Coop, Arci, Lungarno e under 25: 15 € | intero alla porta: 20 € inizio concerti ore 21:15).

Una collaborazione, quella fra Mazurek e Parker, che ha preso il via nel 1994 durante il workshop del Chicago Underground allo storico jazz club The Green Mill, e che nel 2015 è stata celebrata con il primo disco in duo: “Some Jellyfish Live Forever”.

“Uomo copertina” di Wire in agosto 2013, miglior musicista internazionale dell’anno, secondo il Top Jazz 2012, Rob Mazurek è, in questo momento, uno dei musicisti più apprezzati e stimati del jazz moderno mondiale, nonché una figura chiave della musica contemporanea.
Capace di muoversi in una dimensione interdisciplinare, il trombettista e cornettista statunitense (classe 1965) riesce oggi, più di chiunque altro, a traghettare il verbo jazzistico nel mondo più avanzato della ricerca sonora, avventurandosi al di là del linguaggio tradizionale e imponendosi come uno dei più interessanti compositori e improvvisatori della sua generazione.
A capo di molte formazioni raccolte sotto il grande cappello di Chicago Underground per la fertile etichetta Thrill Jockey, il suo nome e le sue produzioni sono divenuti in poco tempo materiale seminale per il jazz progressivo e per gran parte della musica afro-americana odierna.
Mazurek è da sempre aperto a una performance creativa, dove stili e movimenti lasciano lo spazio a una libera sperimentazione: da ricordare, infatti, le sue collaborazioni con Tortoise, Sam Prekop, Gastr del Sol, Stereolab e Brokeback o nel peculiare progetto (a proprio nome) Orton Socket, fondamentali passi illuminanti della più moderna avantgarde. Inoltre, è particolarmente attivo nel campo dell’arte creativa tout court – specialmente nel campo dell’arte multimediale – e con gli sperimentali Isotope 217, uno dei più interessanti laboratori di musica contemporanea esistenti sul pianeta. La sua ormai decennale frequentazione delle new waves della musica brasiliana e un grande amore per questa realtà, lo portano, per molti mesi all’anno, nel caotico e multicolore mondo carioca.

 

Jeff Parker è un chitarrista, compositore, insegnante e “scultore di tessiture sonore”. Dal 1990 la sua ricerca si è concentrata sulle dimensioni musicali in costante mutamento e sull’improvvisazione musicale. È riconosciuto come uno dei più versatili e innovativi chitarristi contemporanei e la sua musica è caratterizzata da idee di angolosità e logica. Lavora in una varietà di generi, dal jazz alla musica contemporanea, utilizzando idee influenzate dalle innovazioni e dalle tendenze sia della musica popolare che sperimentale.

Parker crea opere che esplorano e sfruttano le relazioni antitetiche tra tradizione e tecnologia, improvvisazione e composizione, familiare e astratto. Membro per lungo tempo dei Tortoise, è anche fondatore dell’innovativo Isotope 217 e di Chicago Underground. Ha suonato e suona anche con Jason Moran, Joshua Redman, Charles Earland, Joey DeFrancesco, Dave Douglas, Fred Anderson, Nels Cline, Ken Vandermark, Matana Roberts, Bill Dixon, Rob Mazurek, Nicole Mitchell, Tom Zé, Taylor Ho Bynum, George Lewis, Meshell Ndegeocello, Brian Blade. Ha tre dischi all’attivo, in qualità di leader, tutti valutati positivamente dalla critica: “Like-Coping” (2001), “The Relatives” (2004) e “Bright Light In Winter” (2012). È anche molto attivo nei lavori in solo, nei quali analizza e stabilisce un rapporto idiosincratico tra le proprietà compositive acustiche ed elettroniche della musica.

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